CAPITOLO VENTISETTESIMO. Come santo Francesco convertÏ a Bologna due scolari, e fecionsi frati; e poi all'uno di loro levÚ una grande tentazione da dosso.

Giugnendo una volta santo Francesco alla cittý di Bologna, tutto il popolo della cittý correa per vederlo; ed era sÏ grande la calca della gente, che a grande pena potea giugnere alla piazza. Ed essendo tutta la piazza piena d'uomini e di donne e di scolari, e santo Francesco si leva suso nel mezzo del luogo, alto, e comincia a predicare quello che lo Spirito Santo gli toccava. E predicava sÏ maravigliosamente, che parea piuttosto che predicasse Agnolo che uomo, e pareano le sue parole celestiali a modo che saette acute, le quali trapassavano sÏ il cuore di coloro che lo udivano, che in quella predica grande moltitudine di uomini e di donne si convertirono a penitenza.
Fra li quali si furono due nobili studianti della Marca d'Ancona; e l'uno avea nome Pellegrino e l'altro Rinieri; i quali due per la detta predica toccati nel cuore dalla divina ispirazione, vennono a santo Francesco, dicendo ch'al tutto voleano abbandonare il mondo ed essere de' suoi frati. Allora santo Francesco, conoscendo per nvelazione che costoro erano mandati da Dio e che nello Ordine doveano tenere santa vita e considerando il loro grande fervore, li ricevette allegramente, dicendo a loro: ´Tu, Pellegrino, tieni nell'Ordine la via dell'umiltý; e tu, frate Rinieri, servi a' fratiª. E cosÏ fu: imperÚ che frate Pellegrino mai non volle andare come chierico, ma come laico, benchÈ fosse molto litterato e grande decretalista; per la quale umiltý pervenne in grande perfezione di virt˜, in tanto che frate Bernardo, primogenito di santo Francesco, disse di lui ch'egli era uno de' pi˜ perfetti frati di questo mondo. E finalmente il detto frate Pellegrino, pieno di virt˜ passÚ di questa vita alla vita beata, con molti miracoli innanzi alla morte e dopo. E detto frate Rinieri divotamente e fedelmente serviva a' frati, vivendo in grande santitý e umiltý; e diventÚ molto famigliare di san Francesco, e molti secreti gli rivelava santo Francesco. Essendo fatto ministro della Marca d'Ancona, ressela grande tempo in grandissima pace e discrezione.
Dopo alcuno tempo, Iddio gli permise una grandissima tentazione nell'anima sua; di che egli tribolato e angosciato, fortemente s'affligea con digiuni, con discipline e con lagrime e orazioni il dÏ e la notte, e non potea perÚ cacciare quella tentazione; ma ispesse volte era in grande disperazione, imperÚ che per essa si riputava abbandonato da Dio. Istando in questa disperazione, per ultimo rimedio si determinÚ d'andare a santo Francesco, pensando cosÏ: Se santo Francesco mi mostrerý buono viso, e mostrerammi famigliaritý, sÏ come si suole, io credo che Iddio m'averý ancor pietý, ma se non, sarý segnale ch'io sarÚ abbandonato da Dioª. Muovesi adunque costui e va a santo Francesco.
Il quale in quel tempo era nel pelagio del vescovo d'Ascesi, gravemente infermo; e Iddio gli rivelÚ tutto il modo della tentazione e della disperazione del detto frate Rinieri e 'l suo proponimento e 'l suo venire. E immantanente santo Francesco chiama frate Lione e frate Masseo, e dice loro: ´Andate tosto incontro al mio figliuolo carissimo frate Rinieri, e abbracciatelo da mia parte, e salutatelo e ditegli che tra tutti i frati che sono nel mondo io amo lui singolarmenteª. Vanno costoro e trovano per la via frate Rinieri e abbraccianlo, dicendogli ciÚ che santo Francesco aveva loro imposto. Onde tanta consolazione e dolcezza gli fu nell'anima, che quasi egli usci di sÈ; e ringraziando Iddio con tutto il cuore, andÚ e giunse al luogo dove santo Francesco giaceva infermo. E benchÈ santo Francesco fusse gravemente infermo, nientedimeno sentendo venire frate Rinieri si levÚ e feceglisi incontro e abbracciollo dolcissimamente e sÏ gli disse: ´Figliuolo mio carissimo, frate Rinieri, tra tutti i frati che sono nel mondo io amo te singularmenteª. E detto questo, gli fece il segno della santissima croce nella sua fronte e ivi il baciÚ e poi gli disse: ´Figliuolo carissimo, questa tentazione t'ha permesso Iddio per tuo grande guadagno di merito; ma se tu non vuogli pi˜ questo guadagno, non l'abbiª. E maravigliosa cosa! sÏ tosto come santo Francesco ebbe dette queste parole, subitamente si partÏ da lui ogni tentazione, come se mai in vita sua non l'avesse sentita, e rimase tutto consolato.
A laude di Ges˜ Cristo e del poverello Francesco. Amen.