Descrizione
€ 12,00
pagine 140
Prima della Manifestazione che cosa esisteva? Dhat, il veramente Esistente, l’Unico che è. In quale forma? Senza forma. Come che? Si sarebbe portati a dire: Come niente. La sola definizione, infatti, che si possa tentare di formular con parole è: come Assoluto. Nella terminologia Sufi questa esistenza è designata con la denominazione Ahadiyat. Una consapevolezza scaturì dall’Assoluto, la consapevolezza dell’esistenza. Di nient’altro l’Assoluto poteva essere conscio che non fosse dell’esistenza. Questo stadio è dai Sufi denominato Wahdat.
Sperimentare e diffondere la conoscenza dell’unità, la religione dell’amore e della sapienza, così che gli antagonisti delle fedi e delle credenze possano da se stessi cadere, il cuore umano traboccare d’amore, e tutti gli odi provenienti dalle distinzioni e dalle differenze essere definitivamente estirpati.
Scoprire la luce e il potere latenti nell’uomo, segreto di tutta la religione, forza del misticismo, essenza della filosofia, guardandosi dall’interferire negli usi e nelle credenze altrui.
Aiutare ad avvicinare, con lo scambio del pensiero e delle idee, i due opposti poli del mondo, l’Oriente e l’Occidente, così che per se stessa la fratellanza universale possa costituirsi, e l’uomo possa andare incontro all’uomo al di sopra delle strette frontiere nazionali e di razza.
Sono questi i tre insegnamenti fondamentali di Hazrat Inayat Khan, illustrati in questo libro più volte pubblicato e poi dimenticato.
Hazrat Inayat Khan nacque nel 1882 a Baroda, sulla costa occidentale dell’India inglese. Divenne presto popolare nel suo Paese, che abbandonò a ventotto anni per dirigersi prima in America e poi in Europa, in un pellegrinaggio di conferenze e incontri pubblici. Rientrato in India nell’autunno 1926, morì l’anno successivo a Delhi, lasciando dietro sé un vasto seguito di discepoli.
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