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Venerdì 13 maggio, presentazione Spirale Aurea a Palma di Montechiaro

La Spirale Aurea del Gattopardo.
Presentazione e convegno dedicato alla figura 
di Giovan Battista Hodierna
alla Chiesa Madre di Palma di Montechiaro

Il genio di Giovan Battista Hodierna tra storia e scienza è il tema dell’incontro organizzato venerdì 13 maggio 2022, alle ore 17,30, presso la Chiesa Madre di Palma di Montechiaro, a cura dell’Archeoclub locale, con il patrocinio dell’amministrazione comunale.
Pietro Flaccabrino, presidente dell’Archeoclub, il sindaco Stefano Castellino e l’arciprete don Gaetano Montana introdurranno i relatori del dibattito.
Insieme all’autrice del saggio, prof.ssa Crocifissa Mangiavillano, intervengono il prof. Santo Burgio dell’Università di Catania, l’arch. Salvatore Scuto, il dr Carlo Sortino.
La serata prevede un intermezzo musicale a cura di Domenico Pontillo e Rino Boccadoro. Ingresso libero.
 

 

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La Fabbrica del Libro

Grazie alla collaborazione con l’assessorato alla cultura della Città di Pinerolo, in provincia di Torino, abbiamo avviato un progetto che, nell’arco dei prossimi mesi, ci porterà a raccontare, in incontri pubblici e in streaming, la nascita e la realizzazione di un’opera di saggistica. Ecco i filmati dei primi incontri.

TG VIDEO NOVARA, LA PRESENTAZIONE DELLA FABBRICA DEL LIBRO


LA FABBRICA DEL LIBRO – IL RAPPORTO FRA COMMITTENZA E PRODUZIONE DELL’OPERA


LA FABBRICA DEL LIBRO – SPECIALE ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE – LA RESISTENZA DELLA CULTURA


LA FABBRICA DEL LIBRO – III PARTE – COSA È UN ARCHIVIO STORICO E QUALI TESORI PUO’ CONTENERE


LA FABBRICA DEL LIBRO – IV PARTE – PROGETTARE, DISEGNARE, CONFEZIONARE


LA FABBRICA DEL LIBRO – V PARTE – I LIBRI DI PIETRA – TARGHE E SEGNI NASCOSTI NELLE STRADE, CON ITALIA NOSTRA


LA FABBRICA DEL LIBRO – VI PARTE – AVVENIMENTI E PALAZZI, SEGNI PERDUTI E SEGNI PERENNI DEL PASSATO, CON ITALIA NOSTRA


LA FABBRICA DEL LIBRO – VII PARTE
IL PROF. ALESSANDRO CROSETTI E IL DR ILARIO MANFREDINI AFFRONTANO IL DELICATO RAPPORTO FRA RIGORE SCIENTIFICO E DIVULGAZIONE IN UN’OPERA DESTINATA AL PUBBLICO


LA FABBRICA DEL LIBRO PARTE VIII
SPECIALE VISITA A PALAZZO DEGLI ACAJA DI PINEROLO
Con la presentazione degli affreschi monocromi non visibili al publbico, grazie a Italia Nostra Sezione del Pinerolese.


LA FABBRICA DEL LIBRO INTERVISTA IL PROF. DARIO SEGLIE
CHE RACCONTA IL TERRITORIO PINEROLESE
DELL’ERA PREISTORICA ALL’EPOCA ROMANA


LA FABBRICA DEL LIBRO – RISVEGLIO CULTURALE – LETTURE AD ALTA VOCE AL FONTANILE ULÈ DI VIGONE (TO)


LA FABBRICA DEL LIBRO – UNA VISITA VIRTUALE ALLA PINACOTECA DI PINEROLO – I NUOVI ALLESTIMENTI DEI MUSEI CIVICI DI PINEROLO

 


LA FABBRiCA DEL LIBRO – VISITA IN ANTEPRIMA AI MUSEO CIVICI DI PINEROLO – IL MUSEO DI ARCHEOLOGIA A PALAZZO VITTONE


 

PRESENTAZIONE DI “PINEROLO MILLE ANNI DI STORIA” AL CIRCOLO SOCIALE DI PINEROLO – 25 SETTEMBRE 2021

 

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Maschere dell’Himalaya e del Tibet, la mostra

Locandina

La tradizione delle danze sacre himalayane e delle maschere arcaiche provenienti da Tibet e Nepal è al centro della mostra organizzata dalla Città di Grugliasco e dall’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, in collaborazione con il Centro Studi Silvio Pellico.
Oltre trenta reperti, alcuni particolarmente antichi, messi a disposizione dal torinese Aldo Proserpio, che nel corso di decenni ha raccolto una delle maggiori collezioni a livello europeo, saranno esposti dal 15 al 30 marzo 2014 a Villa Boriglione, nel Parco Culturale Le Serre di Grugliasco, sul retro dell’omonimo centro commerciale nel centro cittadino.

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Un percorso unico nel suo genere e un’assoluta novità in Italia, dove l’attenzione al mondo religioso tibetano è ampia ma la conoscenza delle tradizioni ancestrali del tetto del mondo è piuttosto vaga.
Inedita e sicuramente interessante la doppia soluzione adottata per il catalogo.
I visitatori più attenti e interessati potranno approfondire il tema grazie all’opera monumentale e minuziosa di uno dei massimi esperti sul tema, Massimo Candellero, viaggiatore instancabile da quasi mezzo secolo, cui si deve la conoscenza di questo immenso patrimonio, raccolto in decine di viaggi avventurosi sulla vetta del mondo. “Maschere dell’Himalaya e del Tibet”, pubblicato da Marcovalerio edizioni, raccoglie, in 360 pagine di grande formato, riccamente illustrate a colori ed elegantemente rilegate, un viaggio fantastico e variopinto fra monasteri isolati, raggiungibili con giornate intere di cammino, danze sacre, riprese talvolta in modo rocambolesco dall’Autore, e testimonianze iconografiche sottratte alla politica di sradicamento religioso operata negli ultimi decenni. L’opera giustifica ampiamente il costo elevato, 150 euro.
In alternativa, l’editore ha realizzato, insieme alle curatrici della mostra, un catalogo economico, sempre in grande formato e illustrato, che riassume in una sessantina di pagine il percorso della mostra e offre una sintesi sufficientemente completa del quadro culturale dal quale provengono i reperti.

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“La regione himalayana – spiega Massimo Candellero – costituisce un’area di estremo interesse storico-culturale, per la varietà delle sue espressioni religiose e artistiche. Le più conosciute e studiate sono l’arte e l’architettura classiche nepalesi, in particolare della valle di Kathmandu, che è ricchissima di testimonianze d’altissimo valore, ispirate ai principi dell’Induismo e del Buddhismo, che proprio di lì si irradiò verso il plateau tibetano.
È la prima volta, dopo decenni, che questa collezione, una delle maggiori a livello europeo, viene resa disponibile al pubblico. “Le maschere – spiega Aldo Proserpio – sono tra i prodotti che più spunti offrono alla riflessione storica, artistica e religiosa sull’area himalayana. Purtroppo, la mancanza di un’adeguata documentazione rende sovente incerte le origini e talora gli stessi significati di tali oggetti. Soltanto con la pubblicazione del lavoro di ricerca storica condotto da uno studioso meticoloso e puntuale, qual è Massimo Candellero, dopo quasi dieci anni di ricerche e rimaneggiamenti, è stato possibile allestire questa mostra, che ho deciso di mettere a disposizione del pubblico per promuovere la conoscenza approfondita di una delle tradizioni religiose più antiche e affascinanti del nostro pianeta.
La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni, all’interno del Parco Le Serre, in via Tiziano Lanza 31, Grugliasco, dalle ore 16 alle ore 19. Chiusura il lunedì. L’inaugurazione ufficiale sabato 15 marzo, alle ore 18, presente Massimo Candellero.

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Restaurare per chiudere? Troppo spesso i tesori d’arte del nostro territorio restano inaccessibili al pubblico

Quasi impossibile contattare i depositari delle chiavi di chiese con importanti cicli murali

Con una felice intuizione, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, ha definito l’Italia, dal punto di vista artistico: museo diffuso.
Solo nel nostro Piemonte sono migliaia le chiese, santuari, cappelle contenenti affreschi, tele, statuaria di pregio. Per rimanere nel campo degli affreschi nel saluzzese, nel monregalese e nel canavese troviamo centinaia e centinaia di cicli sconosciuti e, purtroppo, irraggiungibili ai più. Ma la cosa più dolorosamente assurda è il fatto che si spendono soldi per restaurare testi figurativi in cappelle che poi rimarranno chiuse per anni, accelerando il degrado dell’opera di valenti, talvolta celebri restauratori.
Nel lungo lavoro di ricerca compiuto per scrivere il mio “Arte e devozione popolare in Piemonte nell’autunno del Medioevo”, ho percorso in lungo e in largo la nostra regione alla ricerca delle chiavi di santuari e cappelle con esiti talvolta comici talaltra drammatici.
I depositari delle chiavi di chiese con importanti cicli murali sono i più inusitati. Non solo parrocchie ma: ristoranti, bar, tabaccherie, panetterie, proloco, masserie, segherie, ecc. Potrei scrivere un altro libro raccontando di essere stato costretto a fare “prostituzione e accattonaggio” per reperire le agognate chiavi. Solo recentemente, in un paese del monregalese per ottenere le chiavi di una cappella dove si trova l’unico ciclo firmato (da ciò l’importanza) di un misterioso maestro quattrocentesco chiamato Frater Henricus; sono stato sbattuto ai quattro cantoni del paese come un ebreo errante. La chiave l’aveva il sindaco. Vado dal sindaco ma mi dice che l’ha data al vicesindaco, ma quest’ultimo non la possiede più perché l’ha consegnata al presidente della pro-loco il quale è assente: si trova, dice un vicino, a Mondovì. Amareggiato da tanto inutile girovagare a vuoto, vado a prendere un caffè in un bar dove, finalmente un avventore gentile telefona al possessore della chiave il quale telefona ad una signora che poi mi apre la chiesa. È ancora andata bene. Altre volte fai centinaia di chilometri per nulla.
A Villafranca Piemonte, per poter accedere allo straordinario ciclo di Dux Aimo, magistralmente restaurato, salvo alcuni giorni di apertura all’anno, bisogna conoscere l’ubicazione della famiglia che detiene la chiave. Ancora più arduo accedere al magnifico ciclo attribuito allo Pseudo Jacobino Longo della cappella di San Bernardino a Lusernetta o alle rare “Storie dei Santi Vittore e Colonna” nella chiesa omonima di Rivalta Torinese.
Stessa situazione per il vasto, splendido ciclo (il più completo in Piemonte sulle “Storie di Gesù”) a San Maurizio Canavese, o per la cappella di San Pietro a Pianezza che custodisce preziosi affreschi del Jaquerio. Così per la chiesa di San Pietro ad Avigliana: un’autentica chiesa-museo con diversi pregiati cicli di affreschi, così per la chiesa di San Francesco a Cuneo cui mi sono recato decine di volte senza mai poter ammirare gli affreschi di Pietro da Saluzzo, così per la cappella di San Giovanni ai Campi di Piobesi che vanta, tra gli altri, affreschi di epoca ottomana. Potrei continuare per pagine e pagine. Il risultato è sempre lo stesso: se non conosci gli arcani percorsi per ottenere le chiavi, non puoi accedere alle meraviglie del “museo diffuso” piemontese.
Possibile che i comuni non possano consorziarsi, formando un nucleo di giovani guide che permettano l’accesso ai siti almeno uno o due giorni alla settimana? È deludente constatare che gli Enti Locali sono più interessati alle varie sagre (del peperone, della costina, della bagna-caoda, ecc) che al loro prezioso patrimonio artistico culturale.

Aldo Rosa