… e, aggiungiamo, quasi certamente non ci interesserà.
Abbiamo già parlato in dettaglio della ragione per la quale la vostra tesi non è un saggio e non siamo interessati a pubblicarla. Poiché tuttavia, molti studenti si laureano in lingue e letterature straniere, occorre aggiungere una postilla: perché la vostra traduzione del celeberrimo romanzo più o meno conosciuto del celeberrimo scrittore ugandese (nepalese, azeibargiano, inuit, o qualsiasi altra lingua abbia utilizzato per la sua opera) non può interessarci.
Siamo certi che l’opera che avete tradotto sia intessante. Siamo altrettanto certi che la vostra traduzione è perfetta, anzi, un capolavoro. Ma proprio non possiamo pubblicarla.
La ragione è molto semplice: non abbiamo i diritti per farlo. E neppure voi avete i diritti per proporla. La vostra traduzione, finché resta nell’ambito della vostra passione privata o in quello didattico accademico, è giustificata. Ma per diventare un oggetto editoriale deve rispettare quella materia sconosciuta e ignorata che si chiama diritto d’autore.
e in particolare, solo dopo che avrete letto attentamente gli articoli precedenti, date una pacata lettura a questo utilissimo articolo, che vi spiega come fare per poter tradurre legittimamente un libro altrui e proporlo eventualmente a una casa editrice:
Vi riproponiamo un passaggio di quest’ultimo articolo, certi che tanto non leggerete tutto il testo, dove invece trovereste molte utili, anzi utilissime indicazioni.
Per sapere se un libro è già stato tradotto, si può cercare la bibliografia dell’autore nel catalogo nazionale delle biblioteche italiane. Se il libro è già stato pubblicato, verosimilmente lì lo troveremo. Tuttavia, se un libro non è presente, soprattutto se è uscito da poco, non è detto che qualche casa editrice non l’abbia già comprato e dato in traduzione.
Se il libro non è presente sul catalogo, l’unico modo per essere sicuri che i diritti del libro siano ancora liberi è scrivere o telefonare alla casa editrice del testo in lingua originale.
Margherita Drago laureata in Pedagogia presso l’Università di Torino, è stata dirigente scolastico a Pinerolo (TO). D anni si interessa di storia locale con particolare riferimento alla letteratura accademica e popolare locale. Ha collaborato diverse testate giornalistichee case editrici.
Suoi scritti si trovano nei volumi “Come vivevano. Pinerolo, Val Chisone e Germanasca fin de siècle 1880-1920” (Torino, 1981), “I musei delle Alpi dalle origini agli anni Venti” (Torino, 1992). Con Stefano Drago ha pubblicato “Arte sotto processo” (1980).
Ha accompagnato con i suoi scritti il volume con fotografie di Pietro Santini “Fogli d’Album ‘800 Pinerolo e il Pinerolese”, (1986).
Con Valter Careglio ha scritto “L’orizzonte di una classe dirigente – Il Pinerolese e il Risorgimento” (Pinerolo, 2011). Ha pubblicato il volume “1860-70 a Pinerolo – Un decennio di vita cittadina ed echi risorgimentali” (Cavour, 2011).
Per Marcovalerio Edizioni ha curato l’edizione 2017 di “Alle porte d’Italia” di Edmondo De Amicis.
Nato a Torino nel 1939 e morto a Roma l’11 luglio 2016. Ha contratto la malattia del cinema in giovanissima età, frequentando le sale cinematografiche della sua città. Si laurea in Giurisprudenza nel capoluogo piemontese, non senza aver dedicato gli anni universitari al ”Centrofilm” di Gianni Rondolino ed essergli succeduto alla direzione del Centro Universitario Cinematografico.
I miei genitori non erano contrari al fatto che io andassi al cinema, ma ragionavano su una scala diversa dalla mia: per loro aveva un senso vedere un paio di film al mese, mentre io avrei voluto vederne almeno uno ogni giorno. Loro lo consideravano un semplice divertimento, io un arricchimento. Poiché comunque loro, con un certo buon senso, pretendevano che io andassi a scuola e alla fine dell’anno (bene o male) passassi gli esami, talvolta mi vedevo costretto a dire che andavo a studiare da un amico per poi, con l’amico in questione, imboscarmi in una sala cinematografica. Questa mia carriera di fuorilegge ebbe comunque breve durata e non fu esente da traumi e da delusioni: c’è un film intitolato Il mistero del castello nero che ancora oggi ignoro come vada a finire, perché fui identificato da una malvagia cassiera di mezza età (sicuramente inacidita da chissà quali frustrazioni), e drammaticamente prelevato da una accigliatissima sorella maggiore a nemmeno mezz’ora dall’inizio del film.
Invece di dedicarsi all’attività forense entra allo Studio Testa come copywriter, Cinque anni dopo si trasferisce a Roma. Nel 1969 esordisce come aiuto regista di Leonardo Bonomi. Nel 1970 inizia le riprese di Hanno cambiato faccia, che nel 1971 vince il I° Premio al Festival Internazionale di Locarno. Gli fa seguito, due anni dopo, Baba Yaga, da una storia a fumetti di Guido Crepax.
In seguito si dedica quasi esclusivamente ai servizi televisivi e ai documentari, sia per il circuito cinematografico che per Aziende pubbliche e private.
Corrado Farina ha scritto la quasi totalità dei soggetti e delle sceneggiature di ciò che ha realizzato come regista.
Il soggetto di Un posto al buio è stato all’origine della mia attività di scrittore, poiché è diventato il primo dei miei romanzi, pubblicato nel 1994 dalla Biblioteca del Vascello. In seguito ne ho scritti e pubblicati altri sette, quasi tutti concepiti anche loro come soggetti cinematografici: Giallo antico (1999), sulla morte di Emilio Salgari; Storia di sesso e di fumetto (2001), dal mio vecchio e già citato soggetto; Dissolvenza incrociata, sulle riprese di un film a Torino alla fine degli anni Cinquanta (2002); Il calzolaio (2004), una storia “noir” di feticismo; Il cielo sopra Torino (2006), ambientato negli anni della seconda guerra mondiale; L’invasione degli ultragay, una parabola grottesca sull’intolleranza (2008); e La figlia dell’istante (2010), che a differenza degli altri non nasce come soggetto cinematografico ma da un mio vecchio servizio televisivo realizzato nel 1980 con Fruttero e Lucentini.
Il fatto di scrivere romanzi e racconti ha ulteriormente aggravato le mie crisi di identità: al punto che ormai non so più se sono uno scrittore prestato da sempre al cinema o un regista prestato da qualche anno alla letteratura.
I ricami di Valentina Sardu approdano su RicAmare, con una serie di nuovi disegni realizzati in esclusiva per la nota rivista.
Primo appuntamento sul numero di Marzo, in edicola da oggi, con il disegno “Amaryllis“, protagonista anche in copertina.
Il modello, ricamato personalmente da Valentina, sarà in mostra alla fiera di Bergamo Creattiva, dal 3 al 6 Marzo 2016, presso lo stand della rivista (stand 64, padiglione B), dove sarà anche possibile acquistare tutti gli altri schemi della nostra autrice.
Ugo Lucio Borga (1972), è uno scrittore e fotogiornalista italiano. Si occupa di conflitti armati, temi sociali, umanitari e ambientali. I suoi reportage, realizzati in Africa, Asia, Sud America, Medio Oriente ed Europa orientale, sono stati pubblicati da innumerevoli testate nazionali e internazionali tra le quali Time magazine (USA), TimeLightbox The Guardian, The Observer, The Independent (England), Die Zeit, Die Welt, Frankfurter Rundschau, Zurker Zeitung, Brigitte , Cicero (Germany), La Vanguardia Magazine, Zazpika magazine (Spain), La Croix, Courrier international (France), Die Presse (Austria), Tyzden (Slovakia), Haaretz (Israel) Gazeta Wyborcùza (Poland), Alpha Magazine ( UAE), Woz (Switzerland), Africa Magazine, Diario, Espresso, Il Giornale, Il Manifesto, Eyesopen, Sole24Ore, GQ, Africa, Vps, Panorama, PeaceReporter, Rolling Stone, il Riformista, Sportweek, La Stampa, Vanity Fair, il Venedrì di Repubblica, Corriere della Sera, Mondadori (Strade Blu), RAI-3, Rainews24, Sky Thg24 Jetlag, Channel4, Radio24, RadioRSI.
È presidente dell’Associazione Six Degrees che racconta i conflitti etnici, religiosi e razziali, anche legati ai flussi migratori e alle marginalità sociali ed economiche del mondo. Six Degress promuove la cultura del giornalismo e della cultura globale attraverso corsi, seminari, conferenze e mostre.
Ugo Lucio Borga is an italian writer and photojournalist represented by Paola Meliga Art Gallery. His work has always focused on the wars, even those forgotten, humanitarian crises, social and environmental issues in Africa, South America, Middle East, Asia, Europe.
Has made depth reportages worldwide covering, among others, the Arab Spring, the civil war in the Democratic Republic of Congo, Central African Republic, Somalia, Libya, Syria, South Sudan, religious clashes in northern Lebanon, the Eritrea dictatorship, the Ukraine war, the Iraq war against the Islamic State.
His articles and reports have appeared in many newspapers, magazines, TV and radio including Time magazine (USA), TimeLightbox The Guardian, The Observer, The Independent (England), Die Zeit, Die Welt, Frankfurter Rundschau, Zurker Zeitung, Brigitte , Cicero (Germany), La Vanguardia Magazine, Zazpika magazine (Spain), La Croix, Courrier international (France), Die Presse (Austria), Tyzden (Slovakia), Haaretz (Israel) Gazeta Wyborcùza (Poland), Alpha Magazine ( UAE), Woz (Switzerland), Africa Magazine, Diario, Espresso, Il Giornale, Il Manifesto, Eyesopen, Sole24Ore, GQ, Africa, Vps, Panorama, PeaceReporter, Rolling Stone, il Riformista, Sportweek, La Stampa, Vanity Fair, il Venedrì di Repubblica, Corriere della Sera, Mondadori (Strade Blu), RAI-3, Rainews24, Sky Thg24 Jetlag, Channel4, Radio24, RadioRSI.
In 2011 he received the first prize “Novinarska Journalism Award” for a series of stories about the rebels during the Libyan war.
He’s president of Six Degrees Association – – which aims to tell the wars, the ethnics, religious and racials conflicts, political and social instability, issues related to immigration situations, poverty, marginalization and discrimination in all parts of the world. Six Degrees also pursues the aim of spreading the culture of independent and ethics information, to promote photojournalism and culture through training courses, workshops, conferences, exhibitions.
He published the books:
Il sudario di latta-taccuini di Guerra-MarcoValerio Edizioni
Soldat 1- war in Ukraine- Musumeci Editore
Ha ampiamente coperto gli eventi legati alla “Primavera Araba”, le guerre civili in Rebubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Somalia, Libia, Siria, Eritrea e gli scontri settari nel nord del Libano.
Nel 2009 ha realizzato un documentario esclusivo sulla guerra in Somalia per il canale inglese Channel 4.
È tra i fondatori, insieme alla compagna e collega Loredana Taglieri e la fotografa Sophie Anne-Herin, dell’Associazione Six Degrees, che ha lo scopo di raccontare le guerre, i conflitti etnici, religiosi e razziali, le situazioni d’instabilità politica e sociale e le problematiche connesse all’immigrazione, alla povertà, all’emarginazione e alla discriminazione in ogni parte del mondo. Six degrees persegue anche lo scopo di diffondere la cultura di un’informazione indipendente ed etica, di promuovere il foto-giornalismo e la cultura dell’immagine d’autore attraverso corsi di formazione, laboratori, conferenze, mostre.
Giancarlo Chiapello, politico e saggista piemontese, da anni impegnato nell’animazione oratoriana parrocchiale. Ha pubblicato: Le ragioni del servire, l’impegno sociopolitico dei cristiani, 2003; Adesso per il domani, una proposta politica (con A. Monticone), 2004; La fecondità cercata, 2° quaderno di Italia Popolare, 2005; Mario Becchis, il Sindaco intellettuale, 2010; Sofia Novellis di Coarazze, la Baronessa al servizio di Dio e dei bisognosi, 2012.
Un celebre giornalista lo ha definito “rabdomante delle storie”. Non è un giornalista, almeno secondo i canoni tradizionali, non è un romanziere, eppure Marco Giacosa, con le sue #cosechehovistooggi, il tag di Twitter che lo ha reso famoso sul web e poi sulla carta stampata, ha rapidamente occupato uno spazio sia nel giornalismo sia nella narrativa italiana.
Le sue storie sono vere, e quando non lo sono, sono drammaticamente verosimili. I suoi ritratti, buttati impietosamente come schizzi feroci, descrivono la società di oggi, con le sue follie, gli angoli imprevisti di amore e di umanità.
Potete seguirlo sulla cronaca torinese del quotidiano La Stampa, e sul suo blog. C’è anche chi lo segue di nascosto nella notte, sperando di incontrarlo in un angolo buio, lontano da testimoni.
Giornalista, laureato in teologia, direttore del quindicinale Vita diocesana pinerolese e direttore editoriale delle edizioni librarie VITA, Patrizio Righero ha pubblicato libri per ragazzi, testi di preghiera, raccolte di poesie. Esperto di social media, gira l’Italia alternando conferenze, letture pubbliche, scalate in montagna e scorribande con il suo quad. Cattolico praticante, testimonia nella letteratura il suo impegno.
Il 13 giugno 2014 il vescovo di Pinerolo ha ricevuto Vittorio Mathieu e Aldo Rizza
L’uomo ha la particolarità di trovare in se stesso, e nel mondo che lo circonda, qualcosa di strano. Scopre nell’esistenza, sua e delle cose, un aspetto enigmatico, che merita una spiegazione, o almeno un’indagine
Loro sono due mostri sacri della filosofia. Di quelli che scrivono e fanno la storia della cultura. Vittorio Mathieu e Aldo Rizza venerdì 13 giugno hanno donato al vescovo di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi, la loro ultima opera in sei volumi edita per i tipi di Marcovalerio. Si intitola semplicemente “Filosofia” e ripercorre le vicende e i protagonisti del pensiero, dalle civiltà mesopotamiche fino a ieri. Anzi a oggi.
Nel salone di rappresentanza del vescovado, oltre agli autori e all’editore, erano presenti alcuni ospiti: l’assessore alla cultura del Comune di Pinerolo, Roberta Falzoni; il direttore del CeSMAP, Dario Seglie; il presidente di Italia Nostra, Maurizio Trombotto; il presidente della Società storica pinerolese, Andrea Balbo; e il referente del circolo dei lettori, Gaetano Leo.
Tutti attorno ad un tavolo a sorseggiare filosofia miscelando sapientemente, in domande e risposte, pensiero classico e contemporaneo.
L’originalità dei sei volumi sta, oltre che nell’accoppiata dei due autori, nell’approccio aperto al trascendente. «L’importante – spiega Aldo Rizza – è esaminare questa storia rendendosi conto che i problemi della filosofia, investendo il senso complessivo dell’esistenza, lasciano bensì sempre uno sfondo di mistero su cui potrà trovare il suo posto, la fede». Centrale la questione del senso dell’esistenza. «Tutto sta a intendere in che forma possa presentarsi quel “senso” che si vuole far risultare – prosegue Rizza -. Il senso dell’esistenza non “consta” al filosofo a quel modo che consta un fatto, e neppure al modo in cui si può verificare una legge scientifica. Non è una cosa che si possa indicare col dito; e anche le parole che lo colgono non possono presentarcelo come si indica un oggetto. Sebbene la riflessione filosofica lo faccia emergere dall’esperienza, il senso dell’esistenza non è un dato dell’esperienza. Chiede di essere colto con precisione, ma non si lascia descrivere come si descrive una figura».
Questioni queste che trascendono di gran lunga un sia pur piacevole caffè pomeridiano e che rimandano agli interrogativi di fondo e alla funzione stessa della filosofia. «L’uomo ha la particolarità di trovare in se stesso, e nel mondo che lo circonda, qualcosa di strano – ha commentato Mathieu-. Scopre nell’esistenza, sua e delle cose, un aspetto enigmatico, che merita una spiegazione, o almeno un’indagine. Guardandosi intorno, egli ha l’impressione che non tutto “vada da sé”, e che al fondo dell’esistenza ci sia un problema che metterebbe conto chiarire. Così nasce la “meraviglia” e, nel tentativo di soddisfarla la filosofia».
L’incontro autori ha suscitato l’idea e la volontà, condivisa da tutti i presenti, di proporre ai cittadini di Pinerolo e non solo una presentazione pubblica dell’opera. Anche senza il caffè. Ma con la certezza che le questioni grandi e fondamentali – e pertanto decisamente complesse e per certi versi lente e faticose – possono ancora oggi risvegliare interesse e dibattito. Concludendo, beninteso, con un caffè o un aperitivo che favorisca l’assimilazione dei nodi più indigesti.
Vittorio Mathieu è nato a Varazze (Savona) il 12 dicembre 1923. Allievo di Augusto Guzzo all’Università di Torino, si laurea in filosofia teoretica nel 1946, con una tesi dal titolo Della distinzione kantiana fra fenomeno e cosa in sé. Libero docente nella stessa materia nel 1956, dal 1958 è stato incaricato e dal 1961 ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Trieste. Primo vincitore del concorso di Storia della Filosofia del 1960, dal 1967 è stato ordinario di Filosofia, poi di Filosofia morale, nell’Università di Torino. Dal 1987 è Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei; vice-presidente del Comitato Premi della Fondazione Internazionale Balzan; membro del Consiglio nazionale per la Bioetica istituito presso la Presidenza del Consiglio del Governo italiano; Presidente del Comitato scientifico della Fondazione Ideazione. Dal 1972 al 1980 è stato membro del comitato per le Scienze Storiche, Filosofiche e Filologiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); dal 1976 al 1980 è stato membro, poi vicepresidente, del Consiglio esecutivo dell’UNESCO; dal 1994 al 1997 è stato il rappresentante italiano nella Commissione consultiva del Consiglio Europeo contro il razzismo e la xenofobia.
Massimo conoscitore italiano dell’opera di Bergson, cui ha dedicato un’importante monografia, Bergson, il profondo e la sua espressione (1954, 1971), e di cui ha curato l’edizione italiana dell’Evoluzione creatrice e dell’Introduzione alla metafisica (presso Laterza). Grande studioso di Kant, in particolare dell’Opus Postumum, cui ha dedicato La Filosofia trascendentale e l’Opus postumum di Kant (Torino, 1958), successivamente tradotto in tedesco; ha curato l’edizione italiana (parziale) dell’Opus Postumum (Bologna, 1963); ha operato una fondamentale revisione della traduzione Gentile – Lombardo Radice della Critica della Ragion Pura (Roma-Bari, 1958) e ha curato la traduzione della Critica della Ragion Pratica e della Fondazione della Metafisica dei Costumi. Ha dedicato una monografia al carteggio Leibniz- Des Bosses sul problema del “vinculum substantiale” (Leibniz e Des Bosses, Torino, 1960). Ha scritto una popolare Introduzione a Leibniz, del quale ha curato anche i Saggi diTeodicea e un’importante edizione degli Scritti Politici e di diritto naturale. Le sue opere maggiori sul rapporto tra scienza e filosofia sono L’oggettività nella scienza e nella filosofia moderna e contemporanea (1960) e Il problema dell’esperienza (1963). Numerose le raccolte di saggi: sull’ermeneutica (L’uomo animale ermeneutico, 2000) e la filosofia del diritto (Luci ed ombre del giusnaturalismo, 1989), Dialettica della libertà (1970), La speranza nella rivoluzione(1972), Perché punire (1980), Cancro in Occidente (1983), Filosofia del denaro (1985), Elzeviri swiftiani (1986). Numerose pure le opere di estetica, dall’importante voce Romanticismo dell’Enciclopedia Filosofica Sansoni, ai libri Dio nel Libro d’ore di R. M. Rilke, 1968, La voce, la musica, il demoniaco (1983), Goethe e il suo diavolo custode (2002). Ricordiamo infine la Storia della Filosofia, Brescia, 1965; Perché leggere Plotino, Milano, 1992; Per una cultura dell’essere, Roma, 1998;Le radici classiche dell’Europa, Milano, 2002.
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