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Scatta una foto ed entra nella Storia di Pinerolo

Scatta una foto ed entra nella storia di Pinerolo

Il Centro Studi Silvio Pellico, con il patrocinio della Città di Pinerolo, in collaborazione con Vita Diocesana Pinerolese, Circolo Sociale 1806, Rotary Club di Pinerolo, Aeffefoto e Servizi Grafici, bandisce il concorso “Scatta una foto ed entra nella storia di Pinerolo”.

Tema

Ai fotografi si chiede di proporre fino ad un massimo 5 immagini inerenti la città Pinerolo (panorami, monumenti, scorci, particolari etc…). Le foto selezionate dalla giuria saranno inserite nell’opera “Pinerolo 1000 anni di storia” curato da Ilario Manfredini ed edito da Marcovalerio, la cui pubblicazione è prevista per l’autunno 2022.

Partecipazione

La partecipazione è gratuita. Le opere (fino ad un massimo di cinque) dovranno essere inviate alla mail marcovalerio@marcovalerio.it in alta definizione, formato jpg o tiff, nominate con nome e cognome autore più numero progressivo (ad es. mariorossi1.jpg). Nella mail indicare in oggetto: “Scatta una foto ed entra nella storia di Pinerolo”.

Il termine ultimo per la consegna è venerdì 15 luglio.

Il concorrente, per tutte le opere accettate, concede al Centro Studi Silvio Pellico la licenza d’uso completa, non esclusiva e irrevocabile. Il Centro Studi Silvio Pellico si riserva il diritto, senza che nulla sia dovuto all’autore, di pubblicarle sui propri media, cartacei, digitali e web. Si riserva, inoltre, il diritto di intervenire graficamente sulla fotografia per le esigenze editoriali dell’opera. 

Con l’iscrizione al concorso, l’autore accetta il presente regolamento e dichiara di possedere la paternità e i diritti di utilizzo dell’immagine presentata e le eventuali necessarie liberatorie.

Insieme alle fotografie è necessario inviare il “Modulo di partecipazione e liberatoria/autorizzazione per la pubblicazione delle fotografie” compilato e firmato.

Giuria e premi

La Giuria tecnica selezionerà le fotografie che saranno inserite nell’opera “Pinerolo 1000 anni di storia” edito da Marcovalerio. Nella stessa opera saranno inseriti i nomi degli autori delle fotografie.

Il fotografo primo classificato si aggiudicherà una copia numerata e autografata dell’opera (del valore di 100 €) e una stampa artistica in grande formato della propria fotografia. 

Per info: marcovalerio@marcovalerio.it

Scarica il regolamento e il modulo di partecipazione con la liberatoria/autorizzazione per la pubblicazione delle fotografie

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Arrivederci, Maestro. Ennio Antonangeli, il fotografo che immortalò l’Italia

Ennio Antonangeli
Ennio Antonangeli
Ennio Antonangeli

“Ciao Maestro. La tua leggenda vive.” Sono due frasi a caso, rubate dal libro dell’ultimo omaggio a Ennio Antonangeli, che ha salutato gli amici nella notte del 27 ottobre 2013 per andare a realizzare il suo ultimo servizio fotografico, quello che non terminerà mai.

Abbiamo impiegato giorni a scrivere questo ultimo saluto. Troppo complessa la sua figura per ridurla in poche righe. Fotografo, giornalista, editore, imprenditore, pubblicitario, polemista, consigliere, cuoco e amatore, Ennio Antonangeli ha incarnato un’epoca, fotografandola prima con la sua mente acuta che con l’obiettivo.

Via Paolo Fabbri 43
Via Paolo Fabbri 43
CIao 2001
CIao 2001

Sua la celeberrima fotografia che ha immortalato l’intera carriera di Francesco Guccini, la copertina di Via Paolo Fabbri 43. Suoi la maggior parte dei servizi fotogiornalistici che hanno accompagnato un’intera generazione di adolescenti, dalle pagine di una rivista che ha fatto la storia della musica italiana, Ciao 2001.

Il celebre studio del maestro, nel quartiere romano di Prati, a pochi passi dalla sede RAI di viale Mazzini, ha ospitato alcuni dei servizi fotografici che hanno incarnato un’intera epoca, a partire dagli Anni Sessanta fino al primo decennio del nuovo secolo e alcuni dei personaggi più importanti dello spettacolo, della politica e della storia culturale italiana per mezzo secolo.

È stato un maestro ruvido, capace di battute brucianti e di slanci entusiasti, un osservatore acuto della realtà politica e sociale dell’Italia attraverso i decenni. Resta negli annali un’immagine, Trinità dei monti. Due modi di usare i gradini. Pubblicata nell’Almanacco Letterario Bompiani del 1971, sintetizza in un colpo netto la sua capacità di immortalare in uno sguardo e in uno scatto il passaggio a una generazione nuova.

Due modi di usare i gradini
Trinità dei Monti – Due modi di usare i gradini – Almanacco Letterario Bompiani – 1971 – Foto di Ennio Antonangeli.

Molti suoi scatti furono unici, irripetibili. Perché Ennio Antonangeli sapeva cogliere l’istante preciso in cui un avvenimento diventa storia, storia politica, storia artistica, storia culturale.

Biennale di Venezia. Seconda soluzione d'immortalità - Gino De Dominicis, 1972 - L'unica fotografia dell'opera contestata e ritirata fu di Ennio Antonangeli
Biennale di Venezia. Seconda soluzione d’immortalità – Gino De Dominicis, 1972 – L’unica fotografia dell’opera contestata e ritirata fu di Ennio Antonangeli

Una lucida sagacia ha contraddistinto tutta la vita di questo grande artista. Nella fotografia prima, nell’editoria poi, quando ha dato vita a riviste di moda che hanno percorso il mondo intero, portando l’artigianato italiano in America Latina, in Russia, nei Paesi Arabi.

suenodenoviasposaitalia

Molte modelle celebri hanno frequentato il suo studio. Non poche hanno iniziato la propria carriera sotto i rimproveri burberi di un professionista capace di rimbrotti bonari ma sempre puntuali, e di veri attentati alla linea, con i suoi giganteschi piatti di pasta, distribuiti in razioni pantagrueliche a orde di collaboratori.

Lettore vorace, capace di digerire cinque quotidiani e un intero libro ogni giorno, circondato dagli schermi dei computer collegati costantemente in rete. Bulimico di sapere, di esperienze, di discussioni, quanto ispiratore di iniziative, Ennio Antonangeli è stato una figura fondamentale anche per questa casa editrice. Ne ha ispirato e talvolta condizionato il progetto culturale, magari con una telefonata improvvisa, uno spunto, una critica feroce e bruciante su quello che ci era parso un progetto perfetto. Entrava e scompariva improvviso, con la sua voce al telefono o nelle visite quasi mai programmate. Lasciando ogni volta un segno indelebile. Capace di imbastire una discussione, interromperla e riprenderla dopo mesi senza neppure un preambolo o un saluto. Con la memoria e la leggerezza di un elefante.

Si sa, noi amiamo i pachidermi. Arrivederci Ennio, maestro di vita e di cultura.