Descrizione
€ 5,00
pp. 88
“Quante volte le insegne del potere portate dai potenti di questo mondo sono un insulto alla verità, alla giustizia e alla dignità dell’uomo!”.
“Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!”
La coscienza della grande svolta storica rappresentata dall’elezione al seggio di Pietro del cardinale Josef Ratzinger è stata percepita unanimemente dai cattolici e dai non cattolici con grande rapidità. Se la continuità di azione rispetto a Giovanni Paolo II è stata una delle prime dichiarazioni del nuovo Pontefice, i milioni di uomini e donne che hanno seguito con attenzione questo avvenimento sono ben coscienti del profondo significato della scelta che i cardinali riuniti in conclave hanno operato.
Di qui, il diffuso desiderio, per quanti conoscevano finora la figura di Josef Ratzinger in modo superficiale, di capire le radici del pensiero del nuovo Pontefice, e le ragioni della scelta di chiamarsi Benedetto XVI.
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Una recensione di un libro otto anni dopo la sua pubblicazione ha per noi un valore inestimabile. È la conferma che la nostra politica di produrre libri slegati dalla finta rincorsa all’attualità, rinunciando per principio alla logica del best seller del momento e percorrendo la strada di titoli “solidi”, destinati sperabilmente ad essere compagni duraturi dei nostri lettori, è quella giusta. Non a caso, in questi tempi di crisi, il marchio marcovalerio continua a crescere.
http://elzeviro.net/2013/05/15/ratzinger-le-radici-il-pensiero-di-bendetto-xvi/
Nonostante la recente elezione di Papa Francesco, non bisogna dimenticare il suo predecessore, ancora vivente e (proprio per questo motivo) Papa emerito. Ancor prima di salire al soglio pontificio Joseph Ratzinger era un teologo e come tale vanta un’ampia produzione, che cerca anche di lanciare uno sguardo sul mondo secolare, al di fuori dell’ambito ecclesiastico cercando di comprenderne i limiti e dare ad essi risposta.
“Ratzinger. Le radici il pensiero di Bendetto XVI” edito da Marcovalerio editore con un formato “leggero”, per numero di pagine e per grandezza, vuole fare da introduzione al pensiero dell’ultimo Papa: «in questo piccolo opuscolo, abbiamo riunito, oltre ad una breve biografia personale del nuovo Papa, alcuni testi fondamentali[…] chiarificatori». Viene così sottolineata la volontà di fornire un libretto agevole per chi voglia essere introdotto, ricevendone una conoscenza di base,al pensiero di Joseph Ratzinger.
Uno degli spunti più interessanti della riflessione di Papa Benedetto XVI è la“dittatura del relativismo” «che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie» finendo per mancare «il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità». Il relativismo pare «l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi moderni», quello apparentemente vincente, ma che nasconde sotto di sé la paralisi dell’assenza di un criterio di verità stabile ed obbiettivo. Senza complicare troppo il tutto, questa riflessione si colloca in quel “filone di ricerca” filosofica, che tenta di superare il Pensiero debole di Gianni Vattimo e il Post-moderno.
Chi ha messo insieme i tesi per “Ratzinger. Le radici il pensiero di Bendetto XVI” ha deciso «di riportare una sintetica biografia di Giovanni della Chiesa, papa Benedetto XV, che visse la Grande Guerra» insieme all’ «enciclica “Humani generis redemptione» che «si rivela, oggi, in tutta la sua attualità e drammaticità […] per tutta l’umanità alla prese, dopo un secolo, con lo stesso clima di violenza e guerra». Al di là del contesto storico che ha prodotto l’enciclica, appellandosi a dei valori largamente condivisi come quelli cristiani, sarà possibile leggerla senza sentirla inattuale.
Anche chi non crede potrà apprezzare il risvolto filosofico che assume il discorso di Benedetto XVI, specie per quanto riguardo la “dittatura del relativismo”, argomento già trattato anche da altre menti. Inoltre (ci si augura) un non credente osi avvicinarsi a tale materia con curiosità, la cosiddetta “apertura mentale”, propria di ogni intelligenza che voglia arrogarsi del diritto di poter criticare (anche in senso positivo), il che non vuole assolutamente dire convertirsi,ma mostrarsi interessati a comprendere anche ciò che non condividiamo.
Luca V. Calcagno
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