Descrizione
€ 20,00
pagine 402
Alla visione fatalista del destino dell’Occidente e al marxismo vissuto, gli europei orientali contrappongono la fiducia nella compiutezza del modello culturale europeo. L’individualismo esasperato degli occidentali ha avuto conseguenze negative. Durante la follia nazista e la rivoluzione comunista, riflettono i maggiori esponenti della cultura europea orientale, gli europei hanno “abbaiato” all’albero sbagliato: si scontravano tre nazioni d’Europa perché altre due, l’America e la Russia, ne assumessero la supremazia. L’Occidente ha guardato con superficialità alla creazione del ghetto culturale chiamato “Est”, dimenticando il ruolo avuto dal Sud-Est europeo nella difesa dei propri valori.
Dopo secoli di lotte contro diversi invasori, l’Europa orientale si propone come un ponte tra Oriente e Occidente. La tensione Oriente/Occidente (la polarità tradizionalismo – modernismo, provincialismo – universalismo, contemplazione – razionalismo) si ritrova all’interno di tutte le culture. Ognuno di noi ha dentro di sé “Est” e “Ovest”. Per Ulisse la patria e l’errare sono inseparabili.
Al di là di tutti i pessimismi, forse l’Europa diventerà una persona: una realtà effettiva, non una nuova utopia; ecco il nuovo kairòs (tempo mitico della cultura) nel quale sperava l’europeo dell'”Est”.
Elena Fedri da anni dedica il suo lavoro di ricerca allo studio della cultura in relazione alla storia e in particolare ai rapporti tra cultura europea orientale e occidentale.
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