Descrizione
€ 15,00
pagine 196
La storia dei diritti e delle libertà dell’individuo in terra tedesca è contrassegnata da ritardi di elaborazione (rispetto agli esempi inglese e francese), condizionata prima dalla frammentazione del Paese e dall’autoritarismo sotto il quale è maturata e si è consolidata l’unificazione nazionale, sconvolta infine dalla barbarie disumana del nazismo.
Nonostante tutto ciò l’anelito verso una tutela ampia e complessiva dei diritti umani, comparso durante l’Assemblea costituente di Francoforte e soprattutto nella Carta di Weimar, ha potuto affermarsi compiutamente nel secondo dopoguerra con il Grundgesetz. Dietro l’orrore per il passato più recente è riemerso uno straordinario retaggio filosofico-culturale. Grazie ad esso e grazie alla ricchezza della dottrina giuridica la concezione tedesca dei diritti è addirittura divenuta modello di riferimento in Europa per le più recenti dichiarazioni come quella di Nizza. Fiammetta Berardo, laureata in giurisprudenza all’Università di Roma “La Sapienza”, è stata borsista della residenza “Lamaro-Pozzani”, dove ha collaborato a diverse iniziative editoriali. Ha insegnato nel seminario sui diritti fondamentali nell’ambito della cattedra di Diritto comunitario.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.