Descrizione
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“Non abbiamo mai chiesto a nessuno a quale fede religiosa credesse, in quale partito militasse o, ancora, da quale regione d’Italia egli e la sua famiglia provenissero”.
A cinquant’anni dalla morte di Adriano Olivetti, questo volume vuole rappresentare il punto di vista di un “sindacalista” della UIL, per testimoniare l’intreccio originale ed unico tra un imprenditore “atipico”, colto, lungimirante ed un sindacato di partecipazione, altrettanto “sui generis”.
Oggi, nel contesto della gravissima crisi internazionale che stiamo attraversando, si presenta un’occasione storica per mettere al centro del nuovo sistema economico le persone e le loro capacità, lo sviluppo effettivamente sostenibile, il radicamento nel territorio, anche come contrappeso a quel “villaggio globale”, veicolo di importanti occasioni e nel contempo di seri rischi identitari.
Un nuovo equilibrio dovrebbe preoccuparsi di assicurare a tutte le latitudini, con un’azione progressiva, la soddisfazione e il rispetto delle istanze sociali, a garanzia di giustizia e, nello stesso tempo, di corretta competitività.
Se gli insegnamenti derivanti dalla crisi daranno l’opportunità di favorire un nuovo paradigma, con un approccio più riformista ed umanista, l’opera di Adriano Olivetti e quella dei tanti che hanno creduto in lui acquisterà quel significato profetico che troppi, frettolosamente, avevano, invece, liquidato come “utopia”.
Giovanni Cortese ha 55 anni, è nato in Sicilia e risiede nel Canavese da oltre quarant’anni. E’ laureato in giurisprudenza ed è attualmente Segretario Generale Regionale della UIL Piemonte.
Ha iniziato l’attività sindacale nel 1976 nella UIL Sanità del Canavese, diventando prima Segretario Provinciale e poi, nel 1995, Segretario Regionale. Nel 2000 ha assunto l’incarico di Segretario Regionale della Federazione dei Poteri Locali. Nel 2006 è entrato a far parte della Segreteria Regionale UIL, diventando Segretario Generale nell’ottobre del 2008.
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