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La regola del crepuscolo, la regola dell’alba
Il monachesimo cristiano da Sant’Agostino a San Benedetto
Tra la data di morte di Sant’Agostino (Tagaste 354 – Ippona 430) e la nascita di San Benedetto (Norcia 480 circa – Montecassino 547) si consuma la crisi della civiltà antica.
In mezzo, l’invasione dei Goti in Italia, la conversione dei Franchi al cattolicesimo, l’opera di Giustiano a Bisanzio. In meno di un secolo, la Cristianità perde un impero, vede nascere le basi dell’Europa divisa in nazioni e si prepara a un Medioevo nel quale la contrapposizione con i musulmani sarà vita e lotta quotidiana non solo dei Re ma anche del popolo.
Agostino preconizzò la notte della civiltà ed ebbe il tempo di vedere il crepuscolo avanzare. Benedetto, nel pieno del buio, vide la luce dell’alba, ancora lontana. Ripartì dalle cose più semplici: la terra e i suoi frutti, l’olio, il pane.
In una penisola devastata dalle violenze, dalle alluvioni, dall’abbandono delle campagne, segnò una strada fatta di gesti semplici, di regole umili e quotidiane. Le Regole monastiche scritte dai due santi assumono, oggi, un’attualità sorprendente e persino inquietante.
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