Descrizione
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Tra storia e antropologia, esame storiografico e “cassetta degli attrezzi” psicoanalitica, Poietiche nazionaliste si misura col tentativo di fissare una genealogia intellettuale, insieme sotterranea e tellurica, dell’immaginario nazionalista giuliano inscritto nei testi che, nell’arco di quasi un secolo, sono stati dedicati alla ricostruzione/definizione del passato di Trieste, città dove, come è consuetudine affermare dai primi del ‘900, tre civiltà si sono incontrate, molecolarmente influenzate e ferocemente combattute.
Nella distinzione delle singole impronte autoriali, le monografie storiche di Pietro Kandler, Jacopo Cavalli, Carlo A. Morpurgo, Giuseppe Senizza, Ruggero Timeus ed Ernesto Sestan, sono la traccia per un lavoro di decostruzione testuale e di riflessione metodologica orientato ecletticamente alla presa in carico delle configurazioni storiche loro sottese. Un esame primario di scomposizione analitica non fine a sé stesso, cui consegue la proposta di una possibile ricomposizione poietica chiarificatrice dei messaggi più intimi, e insieme reconditi, delle opere esaminate.
Nel quadro dialettico, diacronico e narrativamente relazionale adottato, con i testi metaforicamente posti sul lettino dell’analista, nodi interpretativi classici della storiografia giuliana come il rapporto reale e immaginato dei giuliani con la primigenia latinità della Roma imperiale, l’edulcorato dualismo Trieste/Venezia, le valutazioni riservate all’azione dei governanti asburgici fondatori della città moderna, nonché il paranoico e ossessivo anti-slavismo, si mostrano sotto una luce inattesa.
Una luce che filtrando i celati e profondi sedimenti culturali della mentalità nazionalista, al di là delle dichiarate aspirazioni degli studiosi divulgatori oppure specialisti, sollecita una volta di più i lettori a sviluppare attitudini scettiche e costruttive nei confronti delle discorsività storiografiche dirette a narrarci qualcosa di noi e degli altri, senza per questo abdicare agli assiomi del postmodernismo radicale.
Andrea Scartabellati si è formato con S. Ortaggi Cammarosano in Storia (Trieste, 1999) e con U. Fabietti in Antropologia culturale (Milano Bicocca, 2014), conseguendo il Dottorato di Ricerca in Storia sociale con B. Bianchi e S. J. Woolf (Ca’ Foscari, Venezia 2006). Ha dedicato le proprie ricerche alle storie della follia e della follia di guerra, della povertà e del nazionalismo nelle terre di frontiera giuliane. Per Marcovalerio Edizioni ha curato il volume Dalle trincee al manicomio. Esperienza bellica e destino di matti e psichiatri nella Grande guerra (2008).
Un’intervista televisiva all’Autore:
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