
Il redattore ordinario per eccellenza, è invecchiato e incartapecorito fra scartoffie e manoscritti. Miope, in tutti i sensi, cinico e distaccato. Ama i libri, ma neppure i libri ricambiano il suo affetto. Il peggior incontro che un autore possa fare quando si avventura in casa editrice. Per fortuna, non lo si incontra mai, perché da decenni vive relegato in un oscuro scantinato, dove lavora giorno e notte al lume di una lampada a petrolio, tra il gocciolio dei tubi e il fetore dei ratti.
Sul sito di marcovalerio pubblica una discutibile rubrica dal titolo Diario di un redattore ordinario.