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Metti un po’ di filosofia nel caffè

Il 13 giugno 2014 il vescovo di Pinerolo ha ricevuto Vittorio Mathieu e Aldo Rizza

L’uomo ha la particolarità di trovare in se stesso, e nel mondo che lo circonda, qualcosa di strano. Scopre nell’esistenza, sua e delle cose, un aspetto enigmatico, che merita una spiegazione, o almeno un’indagine

Vitadiocesana11-2014

Loro sono due mostri sacri della filosofia. Di quelli che scrivono e fanno la storia della cultura. Vittorio Mathieu e Aldo Rizza venerdì 13 giugno hanno donato al vescovo di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi, la loro ultima opera in sei volumi edita per i tipi di Marcovalerio. Si intitola semplicemente “Filosofia” e ripercorre le vicende e i protagonisti del pensiero, dalle civiltà mesopotamiche fino a ieri. Anzi a oggi.

Nel salone di rappresentanza del vescovado, oltre agli autori e all’editore, erano presenti alcuni ospiti: l’assessore alla cultura del Comune di Pinerolo, Roberta Falzoni; il direttore del CeSMAP, Dario Seglie; il presidente di Italia Nostra, Maurizio Trombotto; il presidente della Società storica pinerolese, Andrea Balbo; e il referente del circolo dei lettori, Gaetano Leo.

MathieuDebernardi

Tutti attorno ad un tavolo a sorseggiare filosofia miscelando sapientemente, in domande e risposte, pensiero classico e contemporaneo.

L’originalità dei sei volumi sta, oltre che nell’accoppiata dei due autori, nell’approccio aperto al trascendente. «L’importante – spiega Aldo Rizza – è esaminare questa storia rendendosi conto che i problemi della filosofia, investendo il senso complessivo dell’esistenza, lasciano bensì sempre uno sfondo di mistero su cui potrà trovare il suo posto, la fede». Centrale la questione del senso dell’esistenza. «Tutto sta a intendere in che forma possa presentarsi quel “senso” che si vuole far risultare – prosegue Rizza -. Il senso dell’esistenza non “consta” al filosofo a quel modo che consta un fatto, e neppure al modo in cui si può verificare una legge scientifica. Non è una cosa che si possa indicare col dito; e anche le parole che lo colgono non possono presentarcelo come si indica un oggetto. Sebbene la riflessione filosofica lo faccia emergere dall’esperienza, il senso dell’esistenza non è un dato dell’esperienza. Chiede di essere colto con precisione, ma non si lascia descrivere come si descrive una figura».

Questioni queste che trascendono di gran lunga un sia pur piacevole caffè pomeridiano e che rimandano agli interrogativi di fondo e alla funzione stessa della filosofia. «L’uomo ha la particolarità di trovare in se stesso, e nel mondo che lo circonda, qualcosa di strano – ha commentato Mathieu-. Scopre nell’esistenza, sua e delle cose, un aspetto enigmatico, che merita una spiegazione, o almeno un’indagine. Guardandosi intorno, egli ha l’impressione che non tutto “vada da sé”, e che al fondo dell’esistenza ci sia un problema che metterebbe conto chiarire. Così nasce la “meraviglia” e, nel tentativo di soddisfarla la filosofia».

Vittorio Mathieu e Aldo Rizza in udienza dal Vescovo di Pinerolo Mons. Debernardi, giugno 2014
Vittorio Mathieu e Aldo Rizza in udienza dal Vescovo di Pinerolo Mons. Debernardi, giugno 2014

L’incontro autori ha suscitato l’idea e la volontà, condivisa da tutti i presenti, di proporre ai cittadini di Pinerolo e non solo una presentazione pubblica dell’opera. Anche senza il caffè. Ma con la certezza che le questioni grandi e fondamentali – e pertanto decisamente complesse e per certi versi lente e faticose – possono ancora oggi risvegliare interesse e dibattito. Concludendo, beninteso, con un caffè o un aperitivo che favorisca l’assimilazione dei nodi più indigesti.

Patrizio Righero
per gentile concessione di Vita diocesana pinerolese

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Presentazione del libro di Leo Rainaudo ad Avigliana

Giovedì 29 maggio alle ore 21, presso l’Auditorium Scuola Media “D. Ferrari” di Avigliana (via Cavalieri di Vittorio Veneto, 3), sarà presentato il libro “Diciassettemila prigionieri un solo Leonida – Memorie di un alpino sul fronte greco albanese (1940-1941)” edito da Vita. L’incontro è promosso dalla città di Avigliana.

Interverranno alla presentazione il figlio dell’autore, Lorenzo Rainaudo, il curatore, Massimo Damiano e il direttore di di Vita editrice, Patrizio Righero. Saranno presenti anche il sindaco di Avigliana, Angelo Patrizio e il capogruppo dell’ Ana di Avigliana, Ezio Giovanardi. Durante la serata, ci sarà animazione musicale a cura del Coro Valsusa di Bussoleno.

RainaudoAvigliana

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Salone del Libro di Torino 2014

Si precisa che, come già avvenuto negli anni scorsi, il marchio Marcovalerio e gli altri marchi distribuiti dal Centro Studi Silvio Pellico non partecipano, salvo rare eccezioni dovute all’elevato livello culturale delle manifestazioni, a fiere o mercati del libro di interesse squisitamente locale. Pertanto, non è prevista alcuna nostra presenza al cosiddetto salone del libro di Torino 2014, o a presunti “saloni off”. Le nostre presentazioni e iniziative proseguono sul territorio come d’abitudine. Ove troviate nostre pubblicazioni in stand istituzionali, si tratta di iniziative personali che non hanno ottenuto alcun riconoscimento da parte del comitato direttivo della casa editrice.

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Libri per ciechi (e ipovedenti) esenti da copyright: firmato il trattato di Marrakech 

Il documento contiene eccezioni alla proprietà intellettuale per i libri destinati a persone con disabilità visiva, a patto che si rispetti il diritto d’autore. Al via le ratifiche. Oggi solo il 5% dei libri pubblicati è accessibile. 

BRUXELLES – Si avvicina il giorno storico in cui si stabilirà il principio secondo cui i libri in versione accessibile per i non vedenti (ovvero in audio, Braille, caratteri ingranditi o versione elettronica) saranno esenti da Copyright. A gennaio avevamo riportato di come ci fossero speranze, sotto la presidenza greca dell’Unione Europea, che l’UE stessa firmasse il Trattato di Marrakech che contiene eccezioni alla proprietà intellettuale per i libri destinati ai ciechi, agli ipovedenti e agli impossibilitati alla lettura su formato cartaceo. E la firma è puntualmente arrivata il 30 aprile, salutata con entusiasmo dalla European Blind Union, l’organizzazione che rappresenta i non vedenti europei, e dal Commissario per il Mercato Interno, il belga Michel Barnier.

Il trattato di Marrakech, adottato nel giugno 2013 dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, prevede un’eccezione obbligatoria al Copyright per le associazioni di ciechi e ipovedenti e per le biblioteche che producano, distribuiscano e rendano disponibili libri in formati accessibili, a patto che tali associazioni si premurino di rispettare il diritto d’autore, facendo in modo che i testi prodotti e distribuiti siano destinati a un pubblico di soli disabili visivi o persone che non possano leggere su carta. Inoltre il trattato sancisce che tali libri possano essere scambiati, a livello transnazionale, fra organizzazione e organizzazione. Ciò vuol dire, ad esempio, che se un ente autorizzato (ci si riferisce così alle associazioni nel trattato) in Argentina dispone di decine di migliaia di libri in Braille o audio in spagnolo, questi libri potranno essere distribuiti legalmente a tutti i ciechi che, in America Latina, in Spagna o nel mondo, conoscano quella lingua. Ciò ovviamente, a patto che i paesi coinvolti nella libera circolazione dei testi abbiano ratificato il trattato. In altre parole, il Trattato di Marrakech è un vero e proprio documento che regola l’import-export di libri accessibili.

La European Blind Union stima in 285 milioni i ciechi in tutto il mondo e afferma che solo il 5% dei libri che vengono pubblicati è oggi disponibile in versione accessibile. L’obiettivo dell’UE, per bocca del direttorato generale Mercato Interno della Commissione, è raggiungere il 100%. Il Trattato di Marrakech – una volta ratificato dagli Stati membri – sarà di beneficio soprattutto ai non vedenti e ipovedenti dei paesi in via di sviluppo, laddove la carenza di libri accessibili è più drammatica.

Ma cosa succede dopo la firma? Ora inizierà il processo di ratifica da parte dei singoli paesi che fanno parte dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, e una volta che almeno venti fra essi avranno completato tale processo, il trattato entrerà ufficialmente in vigore e sarà vincolante. “La nostra campagna non finisce qui – ha dichiarato Wolfgang Angermann, presidente dell’Unione Europea dei Ciechi – ora dobbiamo spingere tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a ratificare il trattato nel minor tempo possibile. Ci complimentiamo con la presidenza greca dell’UE per il passo avanti fatto con la firma, ma ora starà alla prossima presidenza italiana di spingere tutti i ventotto paesi europei a un’immediata ratifica. Infine non è solo importante che il trattato venga ratificato in Europa. Deve entrare in vigore nel maggior numero di paesi possibile in tutto il mondo perché solo così se ne aumenterà esponenzialmente l’efficacia e si porrà fine alla carestia endemica di libri che affligge ciechi e ipovedenti”.

Maurizio Molinari

Se vuoi leggere l’articolo originale clicca qui:
http://www.pressin.it/leggi.php?idarticolo=37038

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Press-IN è un servizio offerto dall’associazione Lettura Agevolata Onlus
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Una giornata… yoga

Roy Eugene Davis autografa i libri
Sesto San Giovanni, aprile 2014, II congresso europeo di Kriya Yoga
Sesto San Giovanni, aprile 2014, II congresso europeo di Kriya Yoga

Un’esperienza interessante e stimolante, quella vissuta all’Hotel Barone di Sassj, Sesto San Giovanni, lo scorso 26 aprile. Occasione d’eccezione, anzi doppio grande evento: il congresso europeo di Kriya Yoga, organizzato dall’Associazione Kriya Yoga Stella, sotto la guida di Furio Sclano, e la presenza eccezionale in Italia di Roy Eugene Davis, fondatore del Center for Spiritual Awareness.

Roy Eugene Davis e Marco Civra a Sesto San Giovanni, MI, 26 aprile 2014
Roy Eugene Davis e Marco Civra a Sesto San Giovanni, MI, 26 aprile 2014

Marcovalerio Edizioni, che da anni pubblica le opere in italiano del maestro statunitense, unico discepolo vivente del filosofo e mistico indiano Paramahansa Yogananda, non poteva non essere presente.

I libri di Marcovalerio Edizioni al Congresso Europeo del Kriya Yoga, aprile 2014
I libri di Marcovalerio Edizioni al Congresso Europeo del Kriya Yoga, aprile 2014

Il nostro marchio, da sempre dichiaratamente di ispirazione cattolica, ha negli anni costruito un percorso di ricerca estremamente aperto, selezionando testi di qualità in tutti gli ambiti spirituali, anche quelli apparentemente lontani dal Cristianesimo. Un percorso di ricerca e documentazione, di valorizzazione della prima fondamentale istanza dell’uomo: la ricerca spirituale, appunto. Perché, come sosteniamo, è essenziale cercare un sentiero di crescita personale e percorrerlo con coerenza e impegno fino alla fine. Scopriremo, forse, di poterci incontrare in un’unica grande piazza.

I partecipanti al Congresso Europeo di Kriya Yoga erano naturalmente quanto mai interessati alla ricca produzione di Marcovalerio — ben 11 i titoli attualmente disponibili in italiano del maestro Davis, grazie al lavoro di Furio Sclano — e si sono accalcati di fronte al piccolo banco di libri allestito per l’occasione, e poi accodati pazientemente di fronte a un ancora più paziente Roy Eugene Davis per ottenere l’autografo del loro maestro.

Roy Eugene Davis autografa i libri
Roy Eugene Davis autografa i libri

Il nostro incontro con Roy Eugene Davis è stato tanto inatteso, quanto prolungato. L’interesse dimostrato al grande sforzo che la nostra casa editrice, in un contesto del settore in Italia quanto mai critico, ci ha ripagati del grande lavoro compiuto in questi anni, e soprattutto ci motiva a proseguire in un cammino di scelte redazionali talvolta difficili, nelle quali la logica dei ricavi non è mai diventata una discriminante, ma l’impegno a costruire un percorso culturale ampio, strutturato, aperto, ma comunque organico e orientato, nella collana “Gnosi” come nella saggistica e nelle rare scelte di narrativa, a costruire un’immagine di lettori e di uomini e donne impegnati nella società ma prima ancora consapevoli che senza una solida formazione personale e spirituale non è possibile dare al proprio impegno e ruolo sociale un significato e un valore positivo.

Un doveroso grazie a Roy Eugene Davis e a Furio Sclano, cui dobbiamo le traduzioni dei libri del maestro in Italia.

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Alcune parole sulle violazioni di copyright

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I nostri ebook e molti dei nostri contenuti, specialmente quelli realizzati dal marchio Ajisai e dedicati ai ricami sono apprezzati in tutto il mondo. Accade spesso che li ritroviamo, nelle continue tracciature, copiati illegalmente su forum e blog specializzati.All’inizio, supponendo la buona fede di coloro che avevano deciso di copiare questi files con i propri amici, abbiamo spiegato loro che questo non è corretto, richiedendo la rimozione bonariamente.Sfortunatamente, quasi nessuna delle nostre richieste è stata ascoltata, spesso anzi provocando risposte irritate. Le copie illegali di libri e schemi si sono moltiplicate, costringendoci infine ad avviare tutte le necessarie azioni legali.

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Per questa ragione, siamo spiacenti di informare che, a causa delle continue e sistematiche violazioni, i nostri ebook non saranno ulteriormente acquistabili nelle nazioni canaglia dove la protezione dei diritti d’autore non viene garantita. Fra queste: Russia, Cina, Vietnam e tutte le Nazioni dell’Europa orientale.

Inoltre, poiché purtroppo anche l’Italia primeggia nella pirateria, ed essendo in questo caso più facile perseguire i reati e le violazioni, non solo procederemo alla denuncia penale immediata e senza alcun preavviso per ogni file piratato che troveremo su un server, identificando il responsabile attraverso l’account indipendentemente dal fatto che il file copiato sia stato depositato su un server straniero, ma procederemo anche in sede civile con la rivalsa economica. Indifferenti al fatto che questo possa provocare la rovina economica del responsabile e della sua famiglia.

Dietro ogni libro, ogni ebook ci sono migliaia di ore di duro lavoro che devono essere rispettate. Ci sono persone che mettono il proprio impegno. Condividere abusivamente un file su cui ci sono dei diritti è esattamente rubare. Danneggia l’autore, danneggia l’editore, danneggia tutte le persone che hanno lavorato a quell’opera, fino al punto di distruggere un intero settore produttivo e provocare povertà nelle famiglie.

Se amate la cultura, se amate i libri, non uccideteli. La pirateria sta distruggendo il lavoro e l’intera industria culturale.


 A few words about copyright violations

Our embroideries are appreciated all over the world and we often happened to find illegal copies of our designs on some cross stitch forums and blogs. At first, believing in the good faith of those who decided to share these patterns with their friends, we tried to explain that this is not correct, and we requested the removal of the illegal files.
Unfortunately, none of our requests has been heard. The illegal copies of the files have multiplied, and now we are forced to take legal actions.

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Furthermore, we are very sorry to inform that due to these continuous copyright violations, our embroidery patterns will be no longer available in some countries, such as Russia, China, Vietnam and Eastern Europe area.

Behind every design there are thousands of hours of hard work that must be respected. Sharing a copyrighted embroidery chart is exactly like stealing, and hurts the designer, the publisher and all the other people involved.

If you love books, and if you’re always looking for new and creative works, please support the publishing industry and buy original.

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Nudo di banca. Presentazione il 5 aprile 2014 a Voghera

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Banche al centro. Del mirino, delle polemiche, delle responsabilità. Quali le colpe del sistema finanziario nella crisi attuale dei consumi e dello stato delle piccole e medie imprese? Ne discute con i lettori Sergio Martini, il 5 Aprile 2014, alle ore 17,00, presso la Libreria Ticinum di via G. Bidone, 20 a Voghera (PV)

Seguirà un dibattito sul tema: “Competenza e Relazione nel rapporto con la banca moderna

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Le leggi dell’ospitalità alberghiera

9788875470791

L’ospitalità è un sentimento nobile. Il rituale dell’accoglienza, legato al suo concetto di cortesia e apertura verso lo straniero, è una consuetudine diffusa in molte culture, antiche e moderne. Il suo principio ricorre spesso, per esempio, nella mitologia greca dove all’ospite, inteso come colui che accoglie lo straniero, sono imposte grandi responsabilità nonché obblighi materiali e morali: eroi e dèi potevano celarsi sotto le spoglie di mendicanti o vecchi bisognosi e negare loro la giusta accoglienza poteva rivelarsi un’offesa nei confronti di Zeus. Ma alla base dell’ospitalità esiste sempre una casa, un luogo dove ricevere lo straniero, il viaggiatore. Oggi sono gli hotel a svolgere tale funzione, a essere l’oggetto costante dell’ospitare. L’albergo è il luogo della libertà, dell’assenza di costrizioni, un posto a volte preferito persino alla propria casa.
«Avere per me lo spazio di una stanza d’albergo con le quattro pareti ben visibili e poterla chiudere… mi procura sempre almeno un soffio del sentimento di una nuova esistenza… », diceva Franz Kafka, nelle sue Lettere a Felice. E le convenzioni dell’ospitalità alberghiera sono ormai codificate in diversi standard. Eppure a volte questo non basta. Si devono aggiungere le persone, il cui carattere è difficilmente standardizzabile. Il rituale dell’accoglienza, infatti, non è mai identico a se stesso ma muta incessantemente e si fa apprezzare nei piccoli cambiamenti, oggi come un tempo, in funzione di chi viaggia e di chi ospita, dei luoghi e delle situazioni. Esistono tuttavia alcune leggi universali, che presiedono da sempre all’idea e al concetto di ospitalità. Proverò a individuarne cinque riconducibili all’accoglienza professionale del viaggiatore di oggi e sinteticamente definibili come la regola delle 5 R:
1. Ricevimento. Il viaggiatore vive sempre un momento d’incertezza, lontano com’è dalle proprie abitudini, dalle proprie cose, dalle proprie sicurezze. Una porta sempre aperta è il primo segno tangibile di una possibile benevola accoglienza.
2. Riguardo. Ogni ospite ha una sua storia e proprie abitudini. Conoscere, o anche solo intuire, le diverse esigenze dell’ospite è il primo e fondamentale passo per raggiungere il soddisfacimento dei suoi bisogni. Occorre anche informare il viaggiatore, con efficacia e discrezione, di ciò di cui ha diritto e di ciò che invece è considerato extra. Nei contratti di pensione è diffuso l’uso della formula «bevande escluse». In alcuni casi l’acqua viene venduta a parte e purtroppo a cifre elevate, annullando, in questo modo, i vantaggi di un buon prezzo per un servizio di mezza pensione. Bisogna, infine, sempre tenere a mente che se poca attenzione nuoce all’affezione del viaggiatore è anche vero che con un eccesso di premure si possono ottenere effetti controproducenti.
3. Risposte. L’ospitalità nasce da uno slancio non calcolato, privo d’interesse. Tuttavia, l’accoglienza alberghiera non può essere in realtà del tutto libera, poiché è interessata: i costi sostenuti per l’attività devono essere inferiori ai ricavi. Per via della limitatezza delle risorse non sempre è possibile offrire qualunque cosa di cui l’ospite potrebbe avere bisogno. Anticipare le probabili necessità e agevolare l’accesso a informazioni potenzialmente utili costa poco, però, e può rendere molto.
4. Ristoro. L’ospite ha diritto al riposo ristoratore. Ricevere un viaggiatore significa, perciò, poter garantire un letto e un tetto. Ma questo non è tutto. Offrire qualcosa al prossimo significa, infatti, offrire anche un po’ di se stessi. Lo stile dell’accoglienza, la cura nelle decorazioni, la scelta dei cibi concorrono a formare l’immagine di chi ospita. È necessario essere attenti, con amor proprio, a ogni più piccolo dettaglio. L’ospite, infatti, nota tutto, analizza e ama moltissimo raccontare le proprie impressioni di viaggiatore esperto.
5. Rispetto. L’arte dell’accoglienza richiede anche un’ampia conoscenza degli usi, dei costumi e, quindi, delle preferenze degli invitati. Il viaggiatore giapponese, ad esempio, non gradisce l’uso della doccia, ma concepisce solo la vasca da bagno; l’italiano si sorprende di fronte a una stanza da bagno priva di bidet. Se a volte è quindi impossibile soddisfare le tradizioni dell’ospite, è bene però non metterne in discussione gli usi e costumi, ricordando che l’unico limite alle richieste e alle libertà del viaggiatore è rappresentato dalle leggi vigenti nel luogo ospitante.

Chi è Daniele Locane
Nato a Torino nel 1973, è docente di marketing del turismo presso la facoltà di economia dell’università degli studi di Torino. Laureato in economia e gestione dei servizi turistici, con una tesi dedicata al web quale strumento per il posizionamento strategico di un’impresa. Tra le sue pubblicazioni, Appunti di economia e gestione dei tour operator e delle agenzie di viaggio, pubblicato nel 2006 e Marketing e yeld management turistico alberghiero, uscito per i tipi di Marcovalerio editore. Durante la sua esperienza professionale ha collaborato con tour operator e network di agenzie. È stato responsabile commerciale e congressuale e mystery guest per conto della Camera di commercio di Torino nel periodo pre-olimpico. Nel 2005 ha ottenuto l’Ecolabel per una struttura business oriented, quinto albergo in Italia a raggiungere il prestigioso riconoscimento e primo tra gli hotel di grandi dimensioni a vocazione congressuale del nostro Paese a conseguire il marchio europeo di qualità ecologica. Come responsabile e consulente di vari gruppi alberghieri ha dedicato particolare attenzione agli aspetti qualitativi della ricettività e della loro comunicazione al pubblico.

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Un anno con Papa Francesco

di Don J. Omar Larios Valencia
su gentile concessione di Vita Diocesana Pinerolese

papafrancesco

Il conclave del 2013 sceglieva Bergoglio che, nel precedente conclave del 2005, fu il secondo candidato quando, dopo quattro scrutini, Ratzinger – Benedetto XVI, venne eletto come naturale successore di Giovanni Paolo II. Alla quinta votazione, il 13 marzo 2013, la Chiesa cattolica iniziò a percorrere la strada che allora non fu presa.

Bergoglio viene dall’America Latina dove il Concilio Vaticano II si collocò in modo radicale nella “teologia della liberazione”. Papa Francesco non è un teologo della liberazione ma, i teologi della liberazione, hanno accolto con entusiasmo la notizia della sua elezione. Il cattolicesimo latinoamericano è impensabile senza il Concilio Vaticano II e l’inculturazione del suo messaggio che prese la struttura della teologia della liberazione negli anni tra le conferenze di Medellin e di Puebla.

Dal punto di vista globale, ad un anno dall’elezione di Bergoglio il suo pontificato assume il significato di un cambiamento di rotta impresso alla Chiesa cattolica anche dal punto di vista della geopolitica del cattolicesimo. Questo aspetto trascurato del cattolicesimo mondiale è emerso dal conclave con il cardinale gesuita, nonostante un’evidente assenza di rappresentanza nel collegio cardinalizio.

Alla luce dei cambiamenti nella demografia religiosa del continente americano, è ancora legittimo parlare di un’unità tra le Americhe; infatti negli Stati Uniti la componente ispanica è crescente e decisiva per la vitalità del cattolicesimo nel Nord America. D’altra parte, sebbene la maggioranza degli ispanici negli Stati Uniti siano cattolici, quelli di origine cattolica sono più secolarizzati dei “latinos” protestanti. Le radici ispanofone del nuovo papa risuonano particolarmente in tutto il continente, anche a Nord del Messico. Ma è anche la biografia di papa Francesco che avvicina il pontefice a una gran parte dei cattolici americani: un papa come Francesco, figlio di migranti, potrà capire le sfide di un cattolicesimo di emigrazione come quello dei “latinos” negli Stati Uniti, che divide le famiglie tra i confini degli Stati. Se Giovanni Paolo II aveva il muro di Berlino, papa Francesco ha il muro del confine tra Stati Uniti e Messico.

Questo pontificato riapre anche il discorso sul ruolo del papato nei rapporti ecumenici tra le Chiese e tra religioni e civiltà.

Non a caso “Nostra Aetate”, primo documento conciliare, è stato citato da papa Francesco nel corso del primo anno di pontificato.

Alle luce delle omelie e dei discorsi di papa Francesco, due temi emergono con chiarezza, come propri del nuovo papato. In primo luogo il ri-centramento della persona del successore di papa Benedetto XVI e dei segni che vengono da Roma: dal potere al servizio, dalla corte alle periferie. Non è un’opzione mediatica, ma il semplice trarre le conseguenze dalla scelta teologica di tradurre la centralità del Vangelo e di Gesù Cristo in un modello di vescovo e di Chiesa. Alcuni elementi erano già emersi nei primissimi giorni: il farsi benedire dal popolo della Chiesa locale di Roma, l’enfasi sul suo ministero di “vescovo di Roma” più che di papa, le parole sulla povertà della Chiesa e della Chiesa per i poveri, lo stile di vita più sobrio di quello dei predecessori, la lavanda dei piedi in un carcere minorile (e, per la prima volta, a due donne di cui una musulmana), il genere letterario usato nella predicazione, con il ricorso a elementi autobiografici e ad uno stile esortativo più che decisivo e determinante. Il papa non europeo guida la Chiesa e in particolare i preti e vescovi a «uscire nelle “periferie” dove c’è sofferenza, c’è sangue versato, c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni».

Il secondo tema è quello della misericordia, emerso più volte nelle omelie e ripetuto il 7 aprile per la presa di possesso della cattedra del Laterano: «Nella mia vita personale ho visto tante volte il volto misericordioso di Dio».

“Il Vangelo delle periferie” e il “Dio della misericordia” potrebbero diventare il corollario alla “nuova evangelizzazione” lanciata da Benedetto XVI. Il conclave del 2013 ha probabilmente avvertito la gravità del momento, e i primi passi di papa Francesco sono la risposta alla crisi di inizio secolo XXI. Se con papa Benedetto XVI erano chiari i contorni “politici” del messaggio e delle sue platee (fuori e dentro la Chiesa), un “cattolico sociale” come Bergoglio ripropone l’essenza di una teologia ardua sia alla cultura economica neo-liberale, sia a un progressismo che fatica ad accettare le istanze etiche della morale cattolica come parte integrante dell’idea di “bene comune”, sia a un cattolicesimo imborghesito che vorrebbe fare di Gesù Cristo un moralista benpensante. Da un certo punto di vista, il papa venuto dal sud del mondo prende atto della marginalità e della perifericità del cristianesimo nel mondo contemporaneo per farne non un lamento sullo stato della Chiesa di oggi, ma una cifra del pontificato: una Chiesa che riparte dai margini.

Ma la cifra del nuovo pontificato non è solo quella spirituale e teologica di una nuova evangelizzazione che riparta da un’idea di Chiesa povera. Papa Francesco ha anche dato un segnale molto forte – a un mese esatto dalla sua elezione, il 13 aprile 2013 – con l’annuncio della creazione di una commissione di otto cardinali (due europei, tre dalle Americhe e uno da ogni continente: Africa, Asia, e Australia – un solo membro della Curia romana) come consiglio di consultazione del papa nel governo della Chiesa e per la riforma del governo centrale. Questa scelta – presentata dal papa come la ripresa di «un suggerimento emerso nel corso delle congregazioni generali precedenti il conclave» – rappresenta un gesto di novità: l’azione riformatrice del papa passa per una commissione speciale al di sopra della Curia romana, che non coinvolge il Segretario di Stato, e che è stata nominata con un criterio geografico ma anche ecclesiologico (alcuni dei membri sono presidenti delle Conferenze episcopali continentali). Dal punto di vista storico, questa commissione si avvicina molto all’idea espressa già dal Concilio Vaticano II tra 1963 e 1965 della necessità di un “consiglio di vescovi” permanente attorno al papa al di sopra della Curia romana – idea che venne assorbita e in definitiva sostituita dalla creazione del “Sinodo dei Vescovi” da parte di Paolo VI con il motu proprio “Apostolica sollicitudo” del 15 settembre 1965.

Papa Francesco non è il papa “liberal” che alcuni ingenuamente si aspettavano e non è il teologo della liberazione vindice di una repressione. Non è certamente neppure un fautore della restaurazione pre-conciliare: il patrimonio teologico, liturgico, ecumenico e interreligioso fa parte e in modo pieno degli atti e delle parole di papa Bergoglio in questo primo anno. Vi saranno probabilmente “cattolici del dissenso” delusi da papa Francesco; ma sono molti di più coloro che notano un mutamento di accento nell’atteggiamento del nuovo papa verso le idee-chiave del Vaticano II. Questo pontificato potrebbe giocare un ruolo cruciale nel sottrarre il Vaticano II alle “narrazioni” ideologiche e storiche.

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Come un albero, le presentazioni

Continuano le presentazioni del volume “Come un albero”, realizzato dall’Associazione Triciclo.

Il prossimo appuntamento è per mercoledì 19 marzo, alle ore 17,00 – Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31 Moncalieri (TO)

Con le curatrici Teresella Parvopassu e Rosina Rondelli, intervengono Elsa Bianco psicoanalista, Marco Civra direttore editoriale, Giorgio Tartara presidente di Triciclo. Letture Daniela Falconi, musica Miguel Acosta.